Quali sono le percentuali di successo di una prima ICSI? E di un secondo tentativo? E quanto è utilizzata questa tecnica?

L’evoluzione scientifica ha portato allo sviluppo e all’implementazione di tecniche di PMA. Sempre più precise e meno invasive con maggiori possibilità di successo già dai primi tentativi.

Nell’ambito dei programmi di procreazione medicalmente assistita di II livello, ovvero quelle tecniche che prevedono la fecondazione extracorporea, possiamo distinguere due metodiche di inseminazione: la fecondazione in vitro classica (FIVET) e l’iniezione intra-citoplasmatica di uno spermatozoo (ICSI).

Quest’ultima, in particolare, ha permesso di oltrepassare i limiti dettati da:

  • infertilità maschile di grado severo;
  • azoospermia ostruttiva e secretiva (spermatozoi testicolari o epididimari);
  • mancata o ridotta fertilizzazione in precedenti cicli di fertilizzazione in vitro (FIV);
  • ovociti scongelati;
  • ridotto numero di ovociti.

Nonostante l’ICSI sia una procedura piuttosto recente, negli ultimi decenni ha preso sempre più piede tra le tecniche di fecondazione assistita, diventandone la punta di diamante.

I numeri

La relazione del Ministro della Salute al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita, ha riportato che nel 2019 la tecnica ICSI è stata usata nel 30,8% dei casi di PMA, con un tasso di successo che va dal 50% all’80% rispetto a procedure più tradizionali di medicina riproduttiva.

Secondo i ricercatori, inoltre, un elemento fondamentale per il buon esito di questa procedura è dato dall’età della paziente. Infatti, la percentuale di gravidanza è maggiore del 4% in donne con età compresa tra i 35 e i 39 anni rispetto a pazienti con un’età tra i 40 e i 43 anni.

Lo sviluppo e il perfezionamento dell’ICSI ha permesso una selezione accurata degli spermatozoi con caratteristiche migliori e l’inserimento di questi direttamente negli ovociti, con un conseguente aumento dei tassi di successo al primo tentativo.

I valori percentuali per il buon esito dopo una singola ICSI si attestano intorno al 32-35%. Si alzano al 40-42% nel secondo tentativo con un incremento notevole per donne al di sotto dei 35 anni.

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