L’amniocentesi è un esame di diagnostica prenatale che si può eseguire nel corso del secondo trimestre di gravidanza.

Non è obbligatorio e non è sempre indicato: vediamo insieme quando e perché è necessario ricorrere al suo impiego.

Nell’ambito dei test di diagnosi prenatale esistono due grandi categorie: i test invasivi e quelli non-invasivi. Ad oggi questi ultimi, di cui fanno parte il test combinato (bi-test e translucenza nucale) e il NIPT (o test del DNA fetale), sono senz’altro preferiti da medici e pazienti poiché facilmente accettati dalla donna e perché non rappresentano alcun rischio per la gravidanza stessa. A differenza di quelli non-invasivi infatti, amniocentesi e villocentesi hanno un rischio di interruzione di gravidanza dell’1%.

In cosa consiste l’amniocentesi?

L’amniocentesi è un prelievo di liquido amniotico attraverso un ago specifico che viene inserito nell’addome materno. Nel liquido amniotico si trovano disperse cellule fetali di sfaldamento che possono essere studiate per identificare il cariotipo del feto e individuare così la presenza di eventuali patologie cromosomiche fetali.

Quando è opportuno fare l’amniocentesi?

L’amniocentesi può essere eseguita nei casi in cui esiste già un alto rischio di cromosomopatie ed anomalie genetiche: età materna avanzata (>35 anni), patologie genetiche in famiglia, precedenti figli o gravidanze affette da anomalie cromosomiche.

Riveste un ruolo importante anche quando emerge un rischio aumentato di anomalie genetiche ad uno dei test di screening non invasivi. La differenza sostanziale infatti tra le due grandi categorie di test è proprio il fatto che i test non invasivi stimano un rischio con un’indicazione di probabilità, quelli invasivi invece sono diagnostici e offrono quindi una diagnosi certa in merito alle patologie prese in esame.

A che epoca di gravidanza si può eseguire?

ll periodo corretto in cui si può fare l’amniocentesi è compreso tra la 15° e la 20° settimana.

La procedura è dolorosa?

L’amniocentesi si esegue in regime ambulatoriale, senza anestesia di alcun genere. La puntura dell’ago può risultare fastidiosa alla paziente ma se correttamente eseguita sotto guida ecografica dura pochi secondi. Di fondamentale importanza è il monitoraggio del battito cardiaco fetale, prima e dopo l’esame. Se la paziente si sente bene può essere dimessa dopo circa 30 minuti.

Amniocentesi o NIPT: quale è meglio?

Non esiste un test superiore all’altro poiché forniscono informazioni completamente diverse. Sicuramente però sono esami complementari e devono essere integrati quando necessario.

_______________________________________________________________________________________________________________________________

Leggi anche:

Il Ringiovanimento nell’infertilità: CLICCA QUI

Fallimenti ripetuti – Mancato Impianto: cosa fare? CLICCA QUI

Diagnosi di infertilità: gli esami da fare CLICCA QUI