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Social Freezing

La nuova opportunità per preservare la tua fertilità

 

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Oggi, sempre più donne sono costrette a posticipare o addirittura rinunciare al loro progetto di maternità.

Stili di vita, ricerca della stabilità economica, affermazione professionale o problemi di salute, sono solo alcuni dei fattori che possono portare una donna a posticipare il suo progetto di maternità.

Oggi, il Social Freezing, ovvero la vitrificazione degli ovociti a proprio beneficio futuro, offre una nuova possibilità alle donne in età fertile, per le quali sarà possibile preservare la propria fertilità, per accedere successivamente alle procedure di procreazione medicalmente assistita qualora non si riesca a concepire in modo spontaneo; consentendo così una pianificazione della gravidanza nei diversi scenari e contesti sociali e in relazione alle scelte e al vissuto di ogni singola donna.

A chi si rivolge il Social Freezing?

La crioconservazione degli ovociti a proprio beneficio futuro, è indicata per tutte quelle donne che per motivi personali vogliono preservare la propria fertilità e ricercare una gravidanza più avanti nel tempo, quando possono subentrare delle difficoltà nel concepimento naturale per riduzione della stessa.
È bene sottolineare, tuttavia, che affinché sia efficace, il congelamento degli ovociti deve essere fatto nell’età giusta, ovvero prima dei 35-37 anni. La possibilità di gravidanza futura utilizzando gli ovociti crioconservati dipende, infatti, dal numero e dalla qualità degli ovociti recuperati. In generale entrambi questi fattori sono strettamente connessi all’età e alla riserva ovarica della paziente al momento della raccolta.

Questo è il motivo per cui la preservazione della fertilità offre concrete possibilità di ottenere una gravidanza a termine solo nelle donne più giovani da un punto di vista riproduttivo, come del resto avviene in ogni tentativo di concepimento spontaneo o in-vitro.

La preservazione della fertilità viene consigliata anche a quelle donne che devono sottoporsi a chemio e/o radioterapia, o ad altre cure ed interventi che possono incidere negativamente ed irreversibilmente sulla capacità riproduttiva. È, infine, indicata in caso di familiarità per menopausa precoce.

Quali sono le indagini necessarie per la valutazione della riserva ovarica?

Per riserva ovarica si intende il patrimonio follicolare, e quindi ovocitario, presente in un determinato momento della vita di una donna.

La perdita progressiva del potenziale di fertilità che si verifica nelle donne con il passare degli anni è essenzialmente dovuto al declino quantitativo, oltre che qualitativo, dei follicoli ovarici; un processo che diventa più rapido dopo i 35 anni, quando oltre alla riduzione del numero totale di follicoli aumentano anche, in maniera considerevole, le alterazioni della struttura degli ovociti stessi.

Inoltre, in determinate condizioni, il patrimonio follicolare potrebbe essere notevolmente ridotto anche in donne di età più giovane. Per esempio, potrebbero essere esposte ad un rischio precoce di riduzione della capacità ovulatoria le donne sottoposte in passato a chirurgia pelvica con asportazione di tessuto ovarico (asportazione di cisti ovariche, endometriomi, neoplasie borderline, cisti dermoidi) come anche le donne che appartengono a famiglie con positività per menopausa precoce od ancora le donne che hanno vissuto l’esperienza di un tumore maligno e che sono state sottoposte in passato a chemio e/o radioterapia .

In queste ed altre condizioni, che possono essere responsabili di una ridotta fertilità ovarica, è opportuno valutare tempestivamente la riserva ovarica di una donna, al fine di offrire adeguati trattamenti terapeutici.

Le indagini necessarie per la valutazione della riserva ovarica sono:

  • la determinazione sierica dell’ormone antimulleriano (AMH) che si può determinare in qualunque momento del ciclo;
  • la determinazione degli ormoni FSH e Estradiolo il 2° o il 3° giorno del ciclo
  • un’ecografia pelvica transvaginale da cui è possibile contare i follicoli antrali.

In cosa consiste il programma?

Il percorso del social freezing si compone di 4 semplici fasi:

  1. Una visita preliminare, volta a valutare sia lo stato di salute generale, sia la riserva ovarica.
  2. Una terapia ormonale personalizzata. Questa condotta sotto stretto controllo medico, è volta a stimolare, a livello ovarico, la produzione di più follicoli, la cui crescita viene seguita ecograficamente e con dosaggi ormonali.
  3. Il prelievo degli ovociti. Quando i follicoli hanno raggiunto un diametro tale da essere potenzialmente maturi, il liquido in essi contenuto viene aspirato e gli ovociti, in esso contenuti, vengono così recuperati.
  4. Il congelamento degli ovociti. Gli ovociti così recuperati vengono congelati, o meglio vitrificati. La vitrificazione è una tecnica di congelamento “ultrarapido” che preserva l’integrità cellulare degli ovociti garantendone la sopravvivenza post-scongelamento (95%) e, conseguentemente ,elevate percentuali di fertilizzazione e di gravidanza.

Percentuali di successo, i nostri numeri:

Età media delle pazienti 34 anni 

  • Percentuale di sopravvivenza allo scongelamento 95,4 %
  • Percentuale di fecondazione del materiale scongelato 94, 7%
  • Percentuale cumulativa di gravidanza 65%

In conclusione, il Social Freezing può essere definito come una terapia dell’infertilità futura. Applicando le tradizionali tecniche di crioconservazione dei gameti femminili (ovociti), ormai consolidate e sicure, questa tecnica dà alle donne delle opzioni per il futuro, che fino a pochi anni fa erano impensabili.

È possibile prenotare la consulenza per il Social Freezing  telefonicamente al numero: 068550385, o via mail all’indirizzo: prenotazioni@almares.it.

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