I test genetici preimpianto (PGT) sono delle procedure che permettono alla coppia, che sta effettuando un percorso di fecondazione in vitro, di valutare lo stato di salute degli embrioni prima del loro trasferimento in utero. Questi test consentono di individuare eventuali patologie cromosomiche e malattie geniche che possono causare fallimenti nell’impianto dell’embrione, aborti spontanei o problemi congeniti.

COSA SONO I CROMOSOMI

In ogni cellula del nostro corpo, ed in particolare nel nucleo, la centrale operativa della cellula, sono presenti i cromosomi. Sono formati da DNA e proteine e veicolano il patrimonio genetico di un organismo.

All’interno di una stessa specie i cromosomi hanno numero, forma e dimensioni tipiche. Nella specie umana sono presenti 46 cromosomi, costituiti da 23 diverse coppie formate da 22 cromosomi somatici e una coppia di cromosomi sessuali.

A QUALI TIPI DI ANOMALIE POSSONO ANDARE INCONTRO I CROMOSOMI

Durante la riproduzione sessuata le due cellule sessuali, spermatozoi e ovociti, si uniscono per formare l’embrione. Alterazioni nei cromosomi degli spermatozoi, degli ovociti o in entrambi i gameti possono portare a degli embrioni con difetti genetici.

Circa il 20% delle gravidanze arrivate a otto settimane è destinato a terminare in un aborto spontaneo. Circa la metà degli embrioni abortiti spontaneamente presenta grosse anomalie cromosomiche come la presenza di tre copie del cromosoma 21, cioè la trisomia 21 o sindrome di Down. Una delle anomalie cromosomiche più comuni nella specie umana e con un’elevata incidenza nelle donne over 40.

Tutte le coppie possono produrre embrioni con un assetto cromosomico definito anomalo. Si identificano due tipi di anomalie cromosomiche: le aneuploidie, cioè alterazioni nel numero dei cromosomi, ed alterazioni definite strutturali, cioè nella struttura e nella forma dei cromosomi.

PERCHÉ ESEGURE IL TEST GENETICO PRE-IMPIANTO

Con la semplice osservazione microscopica non può essere effettuata una completa valutazione dello stato di salute dell’embrione e soprattutto non è possibile valutarne il corredo cromosomico, si rende necessario eseguire dei test che permettano all’embriologo di verificare l’assetto genetico di ogni embrione.

QUALI TEST PER INDIVIDUARE GLI EMBRIONI SANI?

IL TEST GENETICO PRE-IMPIANTO PER LE ANEUPLOIDIE (PGT-A)

La PGT-A permette uno screening di tutti i cromosomi dell’embrione e consente l’individuazione delle copie in più o in meno di uno specifico cromosoma o la presenza di alterazioni di grandi dimensioni.

Con l’aumentare dell’età della donna aumenta considerevolmente il rischio di anomalie nel numero dei cromosomi. È stimato dall’Istituto Superiore di Sanità un tasso di aborti spontanei del 40% in donne con età superiore ai 35 anni. Di conseguenza, per queste categorie, è fortemente consigliato il test genetico preimpianto per le aneuploidie.

IL TEST GENETICO PRE-IMPIANTO PER I RIARRANGIAMENTI SBILANCIATI (PGT-SR)

È indicato per le coppie in cui uno dei due partner (o entrambi) è portatore di una anomalia nella struttura dei cromosomi, questo ci permetterà di trasferire in utero un embrione sano, riducendo il rischio di aborto. Anche con il test genetico per i riarrangiamenti sbilanciati viene testato tutto l’assetto cromosomico dell’embrione.

Le anomalie strutturali dei cromosomi sono di diverso tipo. Le principali sono: la duplicazione, in cui un segmento cromosomico è ripetuto una o più volte. In una inversione viene invertito l’orientamento di un cromosoma. In una delezione viene persa una parte di un cromosoma. Nelle traslocazioni, invece, una parte di un cromosoma viene trasferita a un altro cromosoma.

QUALI SONO LE MALATTIE GENICHE PIÙ COMUNI

Fibrosi cistica, anemia falciforme, malattia di Tay-Sachs, talassemia, atrofia muscolare spinale, neurofibromatosi, distrofia muscolare di Duchenne-Becker, emofilia A o B, sindrome dell’X-Fragile. Queste sono solo alcune, tra le numerose patologie genetiche. Nonostante i grandi progressi nel campo medico e scientifico per la maggior parte delle patologie su base genetica non si è ancora trovata una cura specifica.

COSA SONO I GENI

Il nostro DNA è organizzato in piccoli frammenti che portano le informazioni necessarie per la formazione del nostro organismo, il nostro sviluppo e il nostro stato di salute. Questi piccoli frammenti sono i geni. Ci sono circa 20.000 geni nel nostro organismo.

Come per i cromosomi i geni vengono trasmessi sia dallo spermatozoo sia dall’ovocita.

Le mutazioni sono dei cambiamenti nella funzione di un gene. Quando la funzione di un gene viene alterata il risultato può essere una malattia genetica che può essere trasmessa all’ embrione e quindi alla progenie futura.

COME POSSONO ESSERE INDIVIDUATE QUESTE MALATTIE GENICHE

IL TEST GENETICO PRE-IMPIANTO PER MALATTIE MONOGENICHE (PGT-M)

È un test che viene utilizzato per l’analisi di embrioni in cui uno dei due partner o entrambi sono portatori di una specifica malattia genica.

Il principale vantaggio nell’ eseguire PGT-M è la possibilità di dare alla coppia un embrione sano per la malattia monogenica indagata. Una volta effettuata l’analisi la coppia potrà conoscere se quello o quegli embrioni analizzati sono affetti, portatori sani o non portatori della malattia genica in questione.

QUALI STEP PORTANO ALL’ANALISI DELL’EMBRIONE?

Indipendentemente dall’analisi da effettuare tutto comincia con un ciclo di fecondazione in vitro.

A seguito del pick-up ovocitario e del trattamento del liquido seminale viene effettuata la tecnica di fecondazione. Alla quinta o sesta giornata di sviluppo dell’embrione, quindi allo stadio di blastocisti, vengono prelevate circa dieci cellule tra quelle che costituiscono il trofoectoderma (o trofoblasto)

Gli embrioni che hanno subito la biopsia verranno poi vitrificati in attesa dei risultati genetici.

CI SONO DEI RISCHI PER L’EMBRIONE ANALIZZATO?

La biopsia, quando effettuata da embriologi esperti, non comporta rischi per l’embrione. Vi sono, inoltre, numerosi dati in letteratura scientifica che riportano che un embrione sano possa riuscire a compensare eventuali effetti avversi. (Scott et al., Fertility and Sterility 2013).

Inoltre, durante la biopsia, vengono prelevate le cellule del trofectoderma che daranno origine ad alcune delle strutture che porteranno allo sviluppo del feto, fra cui la placenta e il sacco vitellino. Le cellule della massa interna, invece, che porteranno allo sviluppo del feto vero e proprio, non vengono interessate dal prelievo bioptico garantendo una massima sicurezza nell’esecuzione della procedura.

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