Il test di gravidanza risulta positivo, chiami il tuo ginecologo di fiducia e lui ti consiglia di fare il dosaggio della beta-hCG (l’ormone della gravidanza), così non perdi tempo e lo fai: anche quello è positivo! Non c’è dubbio, sei incinta! Dopo qualche giorno arriva finalmente l’appuntamento per la prima ecografia, ma ecco che durante il controllo il ginecologo, con la sonda ancora in mano, si rabbuia e ti dice che è dispiaciuto, la gravidanza non c’è.

Come è possibile?

Si parla di gravidanza biochimica quando i valori di beta-hCG sono positivi ma ecograficamente, in utero, non c’è traccia di gravidanza.

Ma se le beta-hCG sono positive, perché non si vede nulla ecograficamente?

In questi casi l’embrione si impianta ma interrompe molto precocemente la sua evoluzione (entro la 5° settimana). Questa situazione viene anche definita “aborto biochimico” o “microaborto” e si tratta di una perdita embrionaria precoce, così precoce che non è possibile osservarla all’ecografia.

Si presenta in circa il 20% dei trattamenti di fecondazione assistita ma interessa anche le gravidanze spontanee. In quest’ultimo caso però spesso non viene neanche diagnosticato: le mestruazioni arrivano ancora prima che la donna sospetti di essere incinta.

Negli ultimi anni sembra essere un’epidemia, perché?

Tutto dipende dall’altissima sensibilità dei test di gravidanza attualmente in commercio, che sono in grado di individuare quantità minime di beta-hCG sulle urine.

Quali sono le cause?

Nella maggior parte dei casi la gravidanza biochimica è dovuta ad anomalie cromosomiche dell’embrione, che impediscono il corretto sviluppo dello stesso. Altre cause invece possono essere correlate ad anomalie anatomiche come l’utero setto o alla presenza di formazioni che occupano la cavità uterina come i polipi endometriali. Anche le infezioni di germi come Micoplasmi e Clamidia possono essere la causa di un’interruzione così precoce della gravidanza.

Qual è la terapia?

Fortunatamente non è necessaria alcuna terapia, né di tipo farmacologico né chirurgico. Basta un controllo dal proprio ginecologo al termine della mestruazione. L’unica accortezza eventualmente utile consiste nel monitorare il dosaggio della beta-hCG, che deve ridursi fino ad azzeramento. Se è in corso un aborto, infatti, la gonadotropina corionica diminuisce naturalmente.

Se invece il valore di beta-hCG incrementa o rimane stabile e non c’è evidenza di embrione all’interno dell’utero è necessario sottoporsi ad approfondimenti in modo da scongiurare la possibilità di una gravidanza extra-uterina.

Ho avuto una gravidanza biochimica, posso averne altre?

Purtroppo sì, ma non è detto. È importante sottolineare comunque che la gravidanza biochimica non ha ripercussioni sulla fertilità futura, cioè sulla possibilità di ottenere e riuscire a portare a termine una nuova gravidanza.

Quindi è un buon segno?

Nonostante la gravidanza si sia interrotta, la gravidanza biochimica è comunque un buon segno, in quanto indica la possibilità di concepire un bambino.

Ciononostante, in molti casi, anche se non assume un significato negativo per il futuro riproduttivo della coppia, la gravidanza biochimica è vissuta come una sensazione di “perdita” o “sconfitta” che si aggiuge alla carica emotiva che hanno tutte le coppie con problemi di fertilità. In questi casi è importante sapere che non c’è un modo giusto o sbagliato di vivere le proprie emozioni: anche provare e manifestare sofferenza è lecito e normale. Come lecito e normale è cercare un sostegno psicologico, se lo si desidera.

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