Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una coppia si definisce infertile quando non raggiunge il concepimento in seguito ad un anno di rapporti regolari e non protetti.

Nei paesi occidentali, la frequenza stimata dell’infertilità è del 10-15% della popolazione e secondo l’origine del problema si classifica in:

  • Femminile (circa il 30%) dovuta a problemi della donna;
  • Maschile (circa il 30 %) legata a problemi dell’uomo;
  • Di coppia (circa il 30%) dovuta a problemi di entrambi i membri della coppia;
  • Idiopatica (circa il 10%) dove non è possibile individuare le cause.

Negli ultimi decenni, questa problematica sembra aver subito un incremento che si riflette nell’aumento del numero di coppie che si affidano alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

La PMA comprende una serie di tecniche che mirano a facilitare il concepimento, definite dal Ministero della Salute come “tutti quei procedimenti che comportano il trattamento di ovociti umani, di spermatozoi o embrioni nell’ambito di un progetto finalizzato a realizzare una gravidanza”.

L’opportunità di far ricorso ad una delle tecniche di fecondazione assistita viene valutata sulla base di un’attenta anamnesi e una serie di indagini per capire come procedere passo dopo passo. Normalmente, una volta accertata la diagnosi di infertilità, si procede con l’analisi della storia clinica dei pazienti e su come questa possa aver influenzato la loro fertilità.

Le analisi preliminari

Dopo l’anamnesi è necessario svolgere una serie di analisi preliminari per valutare la presenza di problematiche che possano ostacolare la fertilità come:

  • analisi ematiche per rilevare i livelli ormonali
  • analisi del liquido seminale
  • ecografie volte a valutare lo stato di salute di utero ed ovaie
  • esami di prassi per accertare o escludere la presenza di infezioni o infiammazioni
  • esami genetici per accertare se la coppia risulti portatrice di anomalie genetiche

Quale tecnica di PMA scegliere?

Accertata la causa di infertilità, è compito del responsabile del trattamento stabilire quale tecnica è la più adatta al percorso che la coppia deve seguire. Le tecniche di PMA si dividono in 3 livelli in base alla complessità e al grado di invasività:

  • Primo livello: questa tecnica prevede l’introduzione del seme maschile nella cavità uterina contemporaneamente al monitoraggio dell’ovulazione della donna per favorire l’incontro spontaneo dei due gameti nel corpo femminile.
  • Secondo livello: sono comprese FIVET e ICSI, tecniche che comportano l’unione fra ovocita e spermatozoo in laboratorio, con lo scopo di ottenere embrioni da impiantare successivamente in utero.
  • Terzo livello: sono procedure che necessitano di anestesia generale con intubazione (prelievi testicolari dei gameti, prelievo degli ovociti per via laparoscopica, GIFT, ZIFT, TET per via laparoscopica)

Il ginecologo avrà il compito di indirizzare la coppia verso la tecnica più adeguata rispetto alla propria condizione di infertilità.

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