L’esperienza maturata nel campo della fecondazione assistita non mostra differenze, in termini di sopravvivenza allo scongelamento embrionale, tra ovociti ed embrioni quando la tecnica di crioconservazione viene eseguita in maniera corretta.
La possibilità di crioconservare ovociti ed embrioni ha aperto prospettive incoraggianti per tutte le donne che vogliono realizzare il sogno di essere madre, incrementando e sostenendo la speranza di una futura genitorialità grazie all’utilizzo di queste metodiche mirate al mantenimento e alla salvaguardia della fertilità.
Oggi, tra le tecniche di congelamento usate per la crioconservazione di gameti ed embrioni, la “vitrificazione” è quella che garantisce le maggiori percentuali di successo.
La possibilità di crioconservazione degli ovociti in giovane età è stato uno dei più grandi cambiamenti.
La crioconservazione
Questa metodica blocca l’orologio biologico della cellula alla data del congelamento. Consente quindi alla donna di “posticipare” nel tempo eventuali tentativi di concepimento senza che la percentuale di successo sia influenzata dal fattore “età materna”. È stato dimostrato che le possibilità di fecondazione di una cellula uovo che poi dà origine ad una gravidanza diminuiscono parallelamente all’aumentare dell’età materna.
L’applicazione clinica di questa tecnica ha permesso di raggiungere risultati sicuramente non pronosticabili sino a qualche anno fa. La percentuale di sopravvivenza dopo lo scongelamento degli ovociti vitrificati è pari al 97%. In termini clinici, l’utilizzo di ovociti vitrificati genera risultati assolutamente sovrapponibili rispetto all’utilizzo di ovociti freschi (non si registrano differenze statisticamente significative a livello di percentuali di fecondazione, di corretto sviluppo embrionale e di gravidanza).
La gestione del ciclo di concepimento
Il secondo grande cambiamento riguarda la gestione del ciclo di concepimento assistito.
Prima dell’avvento e della messa a punto della tecnica di vitrificazione, il trasferimento simultaneo di più embrioni “a fresco” risultava essere la strategia d’elezione.
Oggi, invece, grazie a percentuali di sopravvivenza alla vitrificazione, di gameti e di embrioni, che vanno oltre il 95 %, la strategia si è modificata. Ciò ha massimizzato i tassi di successo globali di un singolo ciclo di trattamento attraverso il trasferimento di un numero minore di embrioni “a fresco” e crioconservando gli embrioni in eccesso.
Gli embrioni vitrificati potranno essere utilizzati in caso di esito negativo e, soprattutto, una volta eliminati dall’organismo gli effetti dannosi dei farmaci impiegati per la stimolazione (solitamente, già dal ciclo successivo).
Le percentuali di successo
A conferma di ciò, presso il nostro Centro, le percentuali di successo derivanti dall’utilizzo di embrioni sottoposti a vitrificazione risultano addirittura superiori rispetto a quelle derivanti dal trasferimento di embrioni “a fresco”.
In questo modo, la crioconservazione degli embrioni soprannumerari e il loro trasferimento in successivi cicli di scongelamento permette, da un lato, di limitare il numero di embrioni freschi trasferiti per singolo transfer, riducendo drasticamente il rischio di impianti multipli, dall’altro, di incrementare considerevolmente le probabilità di ottenere una gravidanza per ogni ciclo di stimolazione.
Un ulteriore vantaggio del trasferimento di embrioni vitrificati in un ciclo diverso da quello in cui è avvenuta la stimolazione ovarica è dato dalla valutazione comparativa degli esiti delle gravidanze stesse.
I risultati testimoniano che le gravidanze ottenute da embrioni crioconservati risultano essere clinicamente meno complesse rispetto a quelle ottenute da embrioni “a fresco”. I fastidi derivanti da sanguinamento sono minimizzati; la crescita è più lineare e veloce ed i bambini mostrano un peso superiore di circa 200 grammi a parità di epoca gestazionale.
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