Che il sovrappeso e l’obesità siano causa di maggior rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete è oggi ben noto alla maggior parte della popolazione.

Sebbene correlato da numerose evidenze scientifiche ormai da decenni, non è invece ancora così diffuso quanto essi influenzino in modo importante fertilità e chance di concepimento, sia femminile che maschile.

Un primo parametro utilizzato per la classificazione del sovrappeso e dell’obesità è il BMI (body mass index) che mette in relazione la massa corporea, la statura di un soggetto, il sesso e l’età.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il BMI è raggruppabile in 4 categorie:  tra 19 e 24,9 si è normopeso; tra 25 e 29,9 sovrappeso; superiore a 30 obeso; inferiore a 19 sottopeso.

Perchè l’eccesso di peso riduce la fertilità?

Il meccanismo attraverso cui si pensa che l’obesità influenzi le funzioni dell’apparato riproduttivo femminile è complesso.

Maggiore è la quantità di peso in eccesso e grasso addominale, maggiore è il rischio di problemi di fertilità legato sia all’irregolarità del ciclo mestruale, sia all’aumento fino a tre volte della probabilità di oligo/anovulazione (mancato rilascio dell’ovocita dal follicolo).

Queste disfunzioni sono causate da una serie di meccanismi che perturbano l’equilibrio ormonale di quello che viene chiamato asse ipotalamo-ipofisi-ovaio. Per esempio si è visto che le donne in sovrappeso e obese presentano sia livelli più alti di leptina ed estrogeni, sia una diminuzione della sintesi epatica di SHGB, una proteina implicata nella regolazione dell’equilibrio degli ormoni sessuali.

Infatti la SHBG (Sex Hormone Binding Globuline) è una beta-globulina in grado di legare estrogeni, androgeni (testosterone) e progestinici nel loro transito nel flusso sanguigno; la funzione della SHBG consiste nel rendere non disponibili tali ormoni all’azione degli enzimi catabolici di degradazione.

Questo è consequenzialmente associato ad una ipersecrezione di ormone luteinizzante (LH) ed un incremento del rapporto estrogeni/androgeni che determina una alterazione della follicologenesi. Inoltre è stata evidenziata la diminuzione della qualità degli oociti prodotti ed il loro sviluppo ed impianto nell’endometrio. Da studi è infatti emerso che tra le donne che ovulano, ogni unità di BMI superiore a 29 riduce la possibilità di ottenere una gravidanza entro 12 mesi di circa il 4%.

Ciò significa che per una donna con un BMI di 35, la probabilità di rimanere incinta entro un anno è inferiore del 26% e per una donna con un BMI di 40 è inferiore del 43% rispetto alle donne con un BMI tra 21 e 29.

Anche negli uomini  il peso in eccesso può essere associato ad una minore fertilità

Dati epidemiologici suggeriscono una associazione tra aumento dell’indice di massa corporea (BMI) e riduzione della fertilità anche negli uomini.

In uno studio è emerso che avere un peso in eccesso di 10 kg può ridurre la fertilità maschile approssimativamente del 10%. Questa negativa conseguenza ha origine da una eziogenesi multifattoriale che può comprendere cambiamenti nel profilo ormonale sessuale e la compromissione delle funzioni sessuali.

Ciò è probabilmente dovuto ad una combinazione di fattori tra cui lo squilibrio di ormoni essenziali per la riproduzione, inclusi testosterone ed estrogeni, la cui regolazione e produzione è condizionata come nella donna dall’eccesso di tessuto  adiposo.

Gli estrogeni influenzano in parte anche la formazione di spermatozoi sani, di conseguenza quando ci sono livelli troppo elevati di estrogeni, il numero degli spermatozoi presenti nel seme può diminuire causando problemi di fertilità. Inoltre, in presenza di uno squilibrio tra testosterone ed estrogeno, anche le funzioni sessuali possono risultare compromesse poiché essi rivestono un ruolo essenziale per un corretto sviluppo sessuale, sia negli uomini che nelle donne.

Il BMI influisce sul successo della Pma?

Molti studi hanno interessato anche gli effetti che un BMI al di sopra del normopeso può determinare nel percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA) che la coppia decide di intraprendere per raggiungere il concepimento. Da ciò che è emerso finora si è evinto che, sebbene necessitino ulteriori studi a riguardo, l’obesità può avere un effetto dannoso sui trattamenti di riproduzione assistita, ostacolandone i risultati ed abbassando le probabilità di successo.

Infatti è stato riportato che l’obesità può influire su diversi fattori quali: una stimolazione ovarica prolungata nelle donne sottoposte a trattamento, aumento della quantità richiesta di gonadotropina e dell’incidenza di asincronia follicolare, ridotta concentrazione follicolare di hCG nel giorno della raccolta dell’ovulo, numero ridotto di embrioni in eccesso di buona qualità disponibili per la crioconservazione, tassi di gravidanza ridotti e aumento dei tassi di aborto spontaneo.

Una revisione di recenti studi ha evidenziato che anche l’obesità paterna influisce sugli esiti riproduttivi nei trattamenti di riproduzione assistita con una minoreprobabilità di ottenere risultati positivi. Questo si pensa sia dovuto al fatto che  l’obesità non solo riduca la quantità dello sperma, ma modifichi anche la struttura fisica e molecolare delle cellule spermatiche.

Anche una piccola perdita di peso può migliorare la fertilità

Per prima cosa è ovviamente doveroso precisare e ricordare sempre quanto un corretto stile di vita ed una sana alimentazione siano importanti nella salute di ogni individuo, a maggior ragione quindi se ci sia l’intenzione di ricercare una gravidanza.

Raggiungere il peso ideale prima di un possibile concepimento è di fondamentale importanza, sia per la gestazione in sé, la salute della donna e quella del nascituro.

Naturalmente ogni calo ponderale implica che debba essere conseguito seguendo una alimentazione idonea ed equilibrata. Ci sono alcune buone notizie per la donna che è in sovrappeso o obesa che cerca senza successo il concepimento.

I dati

I dati di diversi studi mostrano infatti che una perdita di peso anche del 5% -10% prima del concepimento può migliorare gli esiti dello stesso.

Perdere fino al 5% del peso corporeo può comportare infatti il ripristino di un ciclo mestruale regolare, un aumento della frequenza dell’ovulazione e migliorare i sistemi endocrini.

Per gli uomini raggiungere un peso idoneo almeno tre mesi prima del concepimento può migliorarne l’esito perché gli spermatozoi impiegano circa tre mesi per svilupparsi. Essere nel range di peso sano durante questo periodo aiuta quindi a sviluppare spermatozoi sani.

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Credits Photo by Diana Polekhina Sander Dalhuisen on Unsplash

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