Il 6 Aprile scorso si è tenuto un Convegno,promosso dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, nel quale è stata presentata la posizione di 13 Società Scientifiche nazionali (Endocrinologia, Ginecologia, Endocrinologia Pediatrica,Pediatria, Nutrizione e Medici di Medicina Generale) in relazione all’uso di sale iodato in età pediatrica e adulta.
Le Società Scientifiche hanno espresso“il pieno consenso nel raccomandare a tutti l’uso del sale iodato, perché con un consumo moderato di sale, le quantità di iodio assunte rientrano ampiamente nei livelli di assunzione adeguata per la popolazione e sono comunque molto al di sotto dei livelli massimi accettabili”.
I punti essenziali di questa raccomandazione sono:
• Tutti possono usare il sale iodato, di qualsiasi età dopo il primo anno di vita, anche se affetti da patologie tiroidee.
• Il fabbisogno giornaliero di iodio in età adulta è di 150µg, in gravidanza e allattamento di 250µg, nei bambini di 90-120µg.
• In 1g di sale iodato sono contenuti 30µg di iodio.
• L’uso del sale iodato in aggiunta a quello che si assume con la comune dieta, che in base alle nostre abitudini alimentari, non supera il 50% del fabbisogno giornaliero, consente di raggiungere un apporto iodico adeguato e,inoltre,non riesce a superare il limite massimo tollerabile, anche in persone affette da patologia autoimmune della tiroide come la malattia di Hashimoto e l’ipertiroidismo,che è di 300µg.
• La raccomandazione, in accordo con le Società Cardiologiche però, è quella di non superare i 5g di sale al giorno e i 2-3g nei bambini sopra il primo anno di vita, a prevenzione dell’ipertensione e problemi cardiovascolari
• In Italia il monitoraggio della profilassi iodica è effettuato dall’OSNAMI (Istituto Superiore di Sanità) e dimostra che,nel 2016, il sale iodato venduto dalla grande distribuzione ha raggiunto il 60% di tutto il sale venduto.Questo dato è molto migliorato dal 2005 (data dell’approvazione della Legge 55/2005) ma è ancora insufficiente per assicurare la copertura adeguata nella popolazione di tutta Italia.
• Con l’uso del sale iodato per ora si sono raggiunti livelli di sufficienza iodica solo nei bambini della Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia, dove si sono rilevate frequenze normali di gozzo inferiori al 5%, su un campione di 2500 bambini.
In conclusione, da molti anni è noto che per evitare i disturbi tiroidei da carenza iodica tra i quali i più frequenti sono il gozzo, i noduli e anche lievi deficit di sviluppo cognitivo nella prima infanzia,il messaggio che deve passare ediffuso a tutta la popolazione, comprese le donne in pre-concepimento, gravidanza e allattamento, è quello di usare “poco sale ma iodato”.
Le raccomandazioni a livello internazionale sono fornite dallo Iodine Global Network e laWorld Health Organization.

Dott. Claudio Panunzi