Che cos’è il papilloma virus?

Il papilloma virus (HPV) è un virus a Dna appartenente alla famiglia dei Papillomaviridae, che risulta essere patogeno solo per l’essere umano. E’ associato a lesioni proliferative della pelle e delle mucose, la maggiore parte delle quali benigne. Solo una piccola percentuale di agenti virali può evolvere in forme tumorali.

Gli HPV sono suddivisi in tre categorie a seconda delle lesioni a cui sono associati:

Ad “alto rischio”: implicati nella carcinogenesi dei tumori del collo dell’utero, del tratto ano-genitale e di altre mucose;

“Probabilmente ad alto rischio”: rilevabili soprattutto in lesioni di alto grado, ma ancora poco conosciuti per inserirli nel gruppo ad alto rischio;

A “basso rischio”: associati quasi esclusivamente a lesioni benigne (verruche comuni e plantari, verruche piane, condilomi piani cervicali e lesioni maculari).

In base al sito di sviluppo, invece, si dividono in:

cutanei: localizzati frequentemente a livello delle mani e dei piedi; si presentano sotto forma di verruche comuni o volgari;

mucosali: causano diversi tipi di lesioni a carico del tratto genitale, sia nelle donne che negli uomini.

Recentemente è stata evidenziata la presenza di HPV ad alto rischio anche in carcinomi del distretto testa-collo, in particolare cavo orale ed orofaringe.

Classificazione epidemiologica (Munoz 2003)

Gruppo di HPV

Genotipo di HPV

Alto rischio

16,18,31,33,35,39,45,51,52,56,58,59
Probabilmente ad alto rischio

 

26,53,66,68,73,82

Basso rischio

 

6,11,40,42,43,44,54,61,70,72,81, CP6108

 

Come capisco di averlo?

L’infezione genitale da papilloma virus è una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. Il papilloma virus è un’infezione, nella maggior parte dei casi, asintomatica e regredisce spontaneamente.

Quando i sintomi si manifestano, c’è la comparsa di condilomi sia nell’uomo che nella donna,  nella quale l’infezione interessa il tratto genitale inferiore: vulva, vagina e cervice uterina in primis.

La presenza dell’infezione, però, non causa necessariamente il tumore: quando ciò avviene vi è una condizione asintomatica che interessa le mucose genitali, e in particolare il collo dell’utero

Ho l’HPV: come lo tratto?

Alcune lesioni causate da HPV si risolvono senza alcun trattamento.

Viceversa, i condilomi e le verruche possono essere eliminate con soluzioni topiche a base di acido tricloroacetico o salicilico, con creme ad azione antivirale oppure possono anche essere rimosse per mezzo di trattamenti chirurgici locali: la scelta del metodo da utilizzare dipende dalla gravità della lesione.

L’HPV danneggia gli spermatozoi e gli ovociti?

Come evidenziato in diversi studiesiste una correlazione tra HPV e infertilità maschile. La presenza dell’HPV nel liquido seminale determina l’adesione del virus agli spermatozoi riducendone la capacità di movimento e di conseguenza le capacità di fecondazione naturale.  Nel caso in cui vengano eseguite tecniche di fecondazione in vitro (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo: ICSI) le probabilità di fecondazione ovocitaria sono molto basse e la presenza dell’HPV può interferire con lo sviluppo dell’embrione, tanto da provocarne la morte.

Per quel che concerne la donna le problematiche riguardano la gravidanza e il parto.

L’HPV può provocare problemi al feto?

L’infezione può apparire per la prima volta in gravidanza,con una prevalenza che varia dallo 0,5 al 3%. I condilomi possono crescere ed assumere dimensioni giganti, di conseguenza sfaldarsi e causare sanguinamento.

Non è molto chiara la trasmissione verticale madre-feto. Secondo le linee guida, non è necessario eseguire il taglio cesareo in donne portatrici dell’infezione, se non in casi particolari quali la presenza di una infezione florida con condilomatosi estesa o la presenza di altre problematiche. In merito alla relazione diretta parto pre-termine e HPV, non esistono, al momento, sufficienti evidenze a supporto di tale tesi. E’ segnalato un lieve aumento del rischio di PROM (rottura prematura delle membrane) e parto pre-termine come conseguenza di interventi di conizzazione.

Infine, per quanto riguarda il rischio di trasmissione al neonato è controverso e gli studi sono discordanti: soprattutto in relazione all’insorgere, in alcuni casi, della papillomatosi respiratoria ricorrente giovanile e della condilomatosi genitale infantile.