La disfunzione erettile si caratterizza con l’impossibilità di avere o di mantenere un’erezione per un lasso di tempo necessario ad effettuare il coito completo.
Nella maggior parte dei casi questa difficoltà si manifesta nell’interazione sessuale con il partner, infatti lo stesso individuo che avrà difficoltà di erezione durante i preliminari o la copula, non manifesta lo stesso disagio durante la masturbazione.
Le cause della disfunzione erettile possono essere di varia natura, intanto utile sarà distinguere da fattori individuali (endogeni – esogeni) oppure fattori legati alla coppia.
Fattori individuali endogeni: stati d’ansia, stati depressivi, vissuti emotivi di colpa legati al tema della sessualità, motivi inconsci (rimuginazione giudicante che rende impossibile l’abbandonarsi all’esperienza sessuale e a viverla con la giusta naturalezza)
Fattori individuali esogeni: stress, stili di vita inadeguati, pressioni sociali.
Fattori della coppia: mancanza di attrazione per il partner, assenza di fiducia nel partner, conflittualità, problematiche inerenti la comunicazione e l’empatia.
Soffermandoci un momento sui fattori intrapsichici della disfunzione erettile, l’approccio psicodinamico permette di osservare la problematica da più angolazioni, proviamo ad approfondirne alcune.
La sessualità può essere osteggiata inconsciamente da angosce profonde sviluppate nei primissimi anni di vita, tale blocco può manifestarsi con una semplice inibizione fino ad arrivare ad una forte rabbia e aggressività rispetto all’altro sesso.
Una di queste angosce è quella così detta di “castrazione” e cioè il terrore inconsapevole che il proprio membro durante il rapporto sessuale possa essere danneggiato dalla vagina. Il funzionamento è questo l’individuo terrorizzato inconsciamente delega il proprio corpo a difenderlo dall’atto temuto. Tale fenomeno può essere spiegato con un processo di attaccamento primario con il materno di tipo persecutorio-frustrante, in cui la madre tende a prevaricare e sottomettere il figlio predominando la relazione e quindi inibendo la capacità pulsionale del bambino oppure viceversa con un attaccamento simbiotico in cui la madre sostituisce inconsciamente il proprio marito-compagno con il proprio figlio proiettando aspetti legati anche alla sessualità.
Il risultato nel primo caso sarà un evitamento del femminile o per l’appunto una impotenza sessuale nella relazione con il femminile prodotta dal terrore inconscio di essere “evirato” dalla madre persecutoria; quest’ uomo tenderà ad avere rari rapporti occasionali poco soddisfacenti e vedrà la donna come una poco di buono “cattiva”.
Nel secondo caso l’impotenza sarà il risultato di un incoscio attaccamento sessuale alla madre e quindi un rimanere “fedele” a tale rapporto senza “tradire” andando a letto con un’altra donna; quest’ altro uomo tenderà a produrre relazioni in cui prevarranno aspetti di tenerezza e accudimento senza poter mai sviluppare aspetti legati al piacere della sessualità.
Le possibilità di intervento psicologico dovranno considerare tutta una serie di varianti che possono aver determinato la disfunzione erettile e di conseguenza possedere l’elasticità necessaria per poter agire nella maniera più efficace possibile sia sulle cause superficiali e immediate che su quelle profonde, sia individuali sia di coppia.
Importante in fase di valutazione è la diagnosi differenziale tra impotenza di natura psichica e quella di natura organica.