Per disfunzione erettile si intende la ricorrente o persistente incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione sufficientemente valida da consentire rapporti sessuali soddisfacenti.
È una condizione estremamente diffusa, è stato stimato infatti che circa 3 milioni di italiani presentano un deficit dell’erezione.
L’incidenza aumenta con l’età, passando progressivamente dal 1,7% nei pazienti di età inferiore ai 50 anni al 48,3% nei pazienti di età maggiore di 70 anni.
Inoltre, in alcune categorie di pazienti come i fumatori ed i diabetici, queste percentuali aumentano esponenzialmente poiché aumentano i fattori di rischio (fumo, obesità, diabete) che sono alla base del disturbo.

Il meccanismo dell’erezione è legato alla vascolarizzazione del pene ed è regolato dall’afflusso di sangue nei corpi cavernosi. In condizioni di riposo il sangue affluisce al pene attraverso le arterie e defluisce, in pari misura, attraverso le vene. Nell’erezione questa situazione di equilibrio viene alterata mediante un aumento dell’afflusso di sangue al pene e una contemporanea riduzione del deflusso venoso.
In seguito ad una stimolazione erogena vengono attivate alcune aree cerebrali, che attraverso fibre nervose del midollo spinale stimolano le strutture vascolari del pene. Il risultato è una vasodilatazione con afflusso di sangue al pene e conseguente ingrossamento e stato di rigidità, che viene mantenuto fino al momento dell’eiaculazione.

L’erezione può essere alterata da molteplici fattori. Le diverse cause che possono determinare l’insorgenza di una disfunzione erettile si distinguono in psicogene, endocrine, neurogene, vascolari (arteriose e venose), e iatrogene (farmacologiche, chirurgiche o radioterapiche). È importante sottolineare che delle diverse cause possibili, alcune sono difficilmente risolvibili perché legate a situazioni patologiche, mentre altre sono invece risolvibili perché legate a fattori comportamentali. Esistono poi delle condizioni predisponenti che pur non essendo cause dirette di deficit erettile sono in grado di aumentarne esponenzialmente il rischio.

In fase di diagnosi l’obiettivo del medico sarà quello di definire l’eziologia della disfunzione erettile: organica, psicologica o mista. Il primo approccio da parte del clinico sarà quello di effettuare un’anamnesi del paziente per mettere a fuoco alcuni aspetti dell’attività sessuale (la funzione erettiva, il desiderio sessuale, la fase dell’orgasmo, il grado di soddisfazione nel rapporto sessuale) e delle abitudini di vita. Seguirà un normale esame diretto e l’eventuale prescrizione di una serie di analisi di laboratorio e strumentali.
Le analisi di laboratorio hanno lo scopo di escludere il diabete o altre malattie sistemiche non precedentemente diagnosticate, e comprendono il dosaggio della glicemia, della trigliceridemia e della colesterolemia, insieme al dosaggio degli ormoni che incidono sull’attività sessuale (testosterone, diidrotestosterone, FSH, LH, prolattina ed Estradiolo).
In base ai risultati di questo primo screening si decide se proseguire con indagini di secondo livello. Si tratta di valutazioni che consentono di rilevare alterazioni venose o arteriose e di monitorare l’attività erettile notturna. L’ecocolordoppler penieno basale e dinamico permette di valutare la corretta funzionalità vascolare del pene, mentre la rigidometria notturna (Rigiscan), indicata soprattutto nei pazienti giovani con problemi di erezione, permette di monitorare le erezioni notturne che, nel soggetto sano, si presentano fisiologicamente durante la fase REM del sonno.