La dott.ssa Ilaria Listorti, biologa responsabile del Sistema di gestione della Qualità di Alma Res, ha presentato al I Congresso Siru del Lazio, il Redox Test, un nuovo strumento  per la diagnosi dell’infertilità maschile sviluppato dall’Università di Catania in collaborazione con Alma Res.

Di seguito vi riportiamo un estratto di quanto esposto dalla dott.ssa Listorti.

Secondo l’O.M.S 1 coppia su 5 ha difficoltà a concepire spontaneamente. Ciò che, tuttavia, più colpisce è che questo dato è raddoppiato negli ultimi 20 anni. Tra le cause d’infertilità un 40% sono da attribuire a fattori di origine femminile, un altrettanto 40% a fattori di origine maschile, mentre nel restante 20% rientrano tutti quei casi d’infertilità di coppia e sine causa.

Tra i casi di infertilità maschile numerose posso essere le cause responsabili, varicocele, patologie infiammatorie e sistemiche, alterazioni ormonali sono tra le più comuni. Tuttavia negli ultimi anni numerosi studi hanno analizzato gli effetti negativi di fattori ambientali e stili di vita sulla produzione spermatica e sulla fertilità maschile, individuando diversi fattori di rischio come l’inquinamento, l’esposizione a fattori ambientali nocivi (radiazioni, pesticidi, sostanze tossiche) ma anche cattive abitudini alimentari e stili di vita (abuso di alcol, di sostanze anabolizzanti o fumo di sigaretta sono alcuni esempi). Studi recenti hanno poi focalizzato l’attenzione sul ruolo dello stress ossidativo e sul suo coinvolgimento nella patogenesi dell’infertilità maschile; sembra, infatti, che questo sia correlato con la perdita della capacità fertilizzante degli spermatozoi umani. Tuttavia nonostante sia stato dimostrato che l’eccesso di stress ossidativo e la carenza di antiossidanti influenzino la qualità del liquido seminale, la rilevazione di antiossidanti non è attualmente inclusa nella valutazione di routine del liquido seminale.

Da qui nasce l’idea dell’Alma Res di mettere a punto con la società LTA-Biotech, un nuovo test diagnostico, chiamato Redox Energy Test che permette di valutare qualitativamente e quantitativamente la composizione del plasma seminale. Da questo progetto che ha visto il coinvolgimento di 96 pazienti e 48 volontari sani, è stato possibile isolare ed identificare 21 composti la cui carenza o eccesso è correlata con l’infertilità maschile. I risultati dell’analisi sottolineano che il plasma seminale dei pazienti infertili è generalmente caratterizzato da una significativa riduzione degli antiossidanti; da un conseguente aumento di composti rappresentativi di stress ossidativo e nitrosativo e da livelli alterati di composti correlati al metabolismo energetico.

Il dato più interessante è poi stato ritrovare tali alterazioni biochimiche anche nei pazienti infertili ma  normozoospermici, vale a dire senza alterazioni apparenti del liquido seminale. Questo risultato indica la presenza di alterazioni biochimiche e metaboliche anche in individui senza alterazioni rilevabili mediante spermiogramma, che tuttavia influenzano il potenziale di fertilità maschile.

Nel campo della diagnostia, infine, il Redox Energy Test rappresenta una sorta di innovazione poiché analizza singoli ma multipli antiossidanti (non la capacità antiossidante totale), biomarcatori dello stress ossidativo ma anche nitrati e nitriti come segni di stress nitrosativo e composti correlati al metabolismo energetico (che in altri test non sono considerati).

Per il futuro ci attendiamo di ampliare ulteriormente il pannello di analitsi da analizzare, con l’obbiettivo di formulare terapie e trattamenti personalizzati sul singolo paziente.