La prima fase di un ciclo di concepimento assistito è generalmente rappresentata dalla stimolazione ovarica o induzione della crescita follicolare multipla. Lo scopo della stimolazione è di indurre, nel ciclo prescelto, la maturazione contemporanea di più follicoli, e non di uno solo come avviene naturalmente, per avere a disposizione più ovociti da poter utilizzare per la fecondazione in vitro.

L’induzione della crescita follicolare multipla prevede la somministrazione di diversi farmaci, a seconda dei differenti protocolli di stimolazione prescelti.

 

Induzione-Maturazione-Ovarica-ovaio-e-utero

Gonadotropine

Le gonadotropine sono sostanze ad azione ormonale fisiologicamente prodotte dall’organismo, le quali stimolano l’attività delle ovaie nella donna e dei testicoli nell’uomo. Sono rappresentate dall’ormone follicolo stimolante (FSH) e dall’ormone luteinizzante (LH). L’FSH è prodotto principalmente nella prima fase del ciclo ed agisce stimolando il reclutamento e lo sviluppo dei follicoli ovarici. L’LH tende ad aumentare progressivamente durante la prima fase del ciclo fino a raggiungere un picco intorno alla metà del ciclo in prossimità dell’ovulazione.

Sono attualmente disponibili:

  • gonadotropine umane menopausali costituite da una miscela di FSH ed LH, estratte dalle urine di donne in menopausa e sottoposte ovviamente ad accurati processi di purificazione;
  • gonadotropine ricombinanti ovvero sintetizzate in laboratorio, frutto dei progressi dell’ingegneria biochimica, e costituite o da solo FSH o da solo LH.

Tali farmaci vengono somministrati con iniezioni giornaliere sottocutanee a vari dosaggi e secondo protocolli diversificati sulla base sia del profilo ormonale della donna, della sua età e della riserva ovarica, dei precedenti trattamenti di PMA, sia della metodica di PMA che si intende utilizzare (IUI, FIVET/ICSI).

Gli effetti collaterali delle gonadotropine, soggettivamente percepiti, sono per lo più conseguenti al progressivo incremento dei livelli estrogenici circolanti nelle fasi finali della terapia, in relazione anche al numero di follicoli prodotti ed alle loro dimensioni e molto raramente inducono un transitorio incremento di peso, ritenzione idrica, senso di gonfiore, nausea.

La principale complicanza è la Sindrome da iperstimolazione ovarica. Questa si verifica in presenza di ovaie eccessivamente stimolate e con livelli particolarmente elevati di estrogeni circolanti.

Citrato di clomifene

E’ un anti-estrogeno che agisce principalmente interferendo con i recettori estrogenici presenti a livello ipotalamico/ipofisario e determinando, quindi, un incremento dei livelli di FSH ed LH, cioè di quegli ormoni che agiscono normalmente sull’ovaio stimolando la produzione dei follicoli ed il loro sviluppo.

Viene somministrato per via orale iniziando dal III° al V° giorno del ciclo per 5 giorni al dosaggio di 50 – 250 mg al giorno secondo diverse situazioni cliniche.

Al fine di evitare l’ovulazione prematura in corso di stimolazione ovarica viene eseguita la soppressione ipofisaria che consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l’attività dell’ipofisi, cioè della ghiandola che regola l’attività dell’ovaio, facendo sì che quest’ultima dipenda esclusivamente dai farmaci somministrati in corso di stimolazione.

Attualmente i farmaci impiegati per la soppressione dell’ovulazione sono rappresentati dagli analoghi del GnRH e dagli antagonisti del GnRH; entrambi sono disponibili sottoforma di preparati “depot”, cioè somministrazioni singole ad effetto prolungato, o sottoforma di preparati ad emivita breve che richiedono somministrazioni giornaliere.

Gli analoghi del GnRH (Decapeptyl, Enantone, Suprefact, Fertipeptyl), detti anche agonisti del GnRH, inibiscono la produzione endogena degli ormoni ipofisari deputati alla regolazione dell’attività ovarica. Lo scopo di questo “azzeramento” è di far sì che l’FSH e l’LH esogeni somministrati con i farmaci agiscano direttamente sull’ ovaia “a riposo”, senza subire interferenze con la produzione interna (endogena) di tali ormoni. L’agonista inibisce inoltre il picco spontaneo dell’LH, evitando che i follicoli maturati vadano incontro ad una ovulazione spontanea prima del prelievo degli ovociti.

Gli antagonisti del GnRH (Cetrotide o Olgalutran) competono con il GnRH per il legame al suo recettore. In questo modo diminuiscono o annullano del tutto l’azione del GnRH, come risultato il rilascio di FSH e LH dall’ipofisi è inibito.

Quando i follicoli raggiungono una dimensione preovulatoria adeguata e i livelli di estradiolo sono indicativi di una buona attività di questi follicoli. Viene indotta l’ovulazione mediante la somministrazione di gonadotropina corionica urinaria o ricombinante.

E’ fondamentale seguire il decorso della stimolazione con seriati monitoraggi ecografici delle ovaie e dosaggi ematici ormonali. La tempistica sarà dipendente dalla velocità di crescita dei follicoli e permetterà di modulare la terapia.

Inoltre il monitoraggio della stimolazione fornisce informazioni fondamentali sul momento migliore per la raccolta degli ovociti e, quindi, deve essere eseguito con accuratezza e da personale esperto, con la minima interferenza possibile nella vita quotidiana della coppia.

La coppia deve considerare che esiste anche la possibilità che possa non esserci la risposta alla terapia di stimolazione dell’attività ovarica con mancato sviluppo dei follicoli; in tale circostanza il ciclo di trattamento deve essere cancellato e rinviato ad altra data.

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