La formazione delle blastocisti, ovvero di embrioni al 5° giorno di sviluppo, inizia con l’unione del DNA dello spermatozoo (23 cromosomi) con quello dell’ovocita (23 cromosomi) e il conseguente mescolamento dei cromosomi materni e paterni. Tale unione sancisce la fecondazione e la formazione dello zigote, la prima cellula dell’embrione, cellula che contiene l’informazione genetica completa per formare un nuovo individuo.

Come si forma una Blastocisti?

Lo zigote così formato va in contro alla prima divisione cellulare, dando origine ad un embrione a 2 cellule; si passa poi da 2 a 4 cellule, da 4 a 8 cellule, da 8 a 16 cellule e così via…

Nel passaggio da 8 a 16 cellule, l’embrione inizia un processo detto di “compattazione”. Le cellule (chiamate blastomeri) si schiacciano le une sulle altre formando una massa cellulare compatta, che massimizza i contatti tra una cellula e le circostanti. A questo stadio l’embrione si trova al 4°giorno del suo sviluppo e viene chiamato morula. La morula continua ad aumentare esponenzialmente il numero delle sue cellule. Mantiene però sempre costante il suo diametro, delimitato dalla presenza della zona pellucida, lo strato protettivo che circonda l’embrione.

Quando l’embrione è ormai costituito da un centinaio di cellule inizia a formare – per accumulo di fluido all’interno della massa cellulare – una cavità, detta blastocele, che si espande progressivamente. Quest fase, definita di “cavitazione”, si conclude con la formazione della blastocisti, quando l’embrione ha circa 180 cellule.

Le cellule della blastocisti si distribuiscono in un sottile strato esterno (trofoblasto) e in un piccolo gruppo situato all’interno di un polo del trofoblasto (massa cellulare interna).

Verso la fine del 5° giorno di sviluppo, la blastocisti, ormai completamente espansa, rompe la zona pellucida che ancora la circonda e abbandona il suo involucro protettivo. E’ finalmente pronta ad impiantarsi nell’endometrio materno.

Perché trasferire a Blastocisti?

Eseguire il trasferimento embrionale allo stadio di blastocisti presenta diversi vantaggi, di seguito elencati:

  • Il trasferimento avviene al momento del naturale ingresso dell’embrione in utero che, di conseguenza, trova le migliori condizioni “ambientali”.
  • L’embrione o gli embrioni trasferiti sono dotati, statisticamente, di probabilità di impianto maggiori. Questo perché “resistono” alla selezione naturale dovuta al protrarsi del periodo di coltura ex-vivo in laboratorio;
  • È possibile così ridurre il numero di embrioni da trasferire mantenendo elevata la percentuale di ottenere una gravidanza.

In cosa consiste la Vitrificazione?

Una svolta importante nell’ambito della Medicina della riproduzione, in grado di modificare le strategie mediante le quali pratichiamo la fecondazione in vitro, deriva dalla possibilità di congelare, o meglio “vitrificare” gli embrioni generati da un trattamento ed utilizzarli in un secondo momento.

Da un punto di vista fisico, la vitrificazione di una soluzione acquosa (i gameti e gli embrioni sono considerati soluzioni acquose) consiste nel raggiungimento dello stato solido in un periodo di tempo così breve da impedire la formazione dei “temutissimi” cristalli di ghiaccio all’interno della o delle cellule. Questa metodica di congelamento “ultrarapido” previene, dunque, l’insorgere dei potenziali danni a carico delle strutture cellulari (citoscheletro e membrane).

La messa a punto di questa tecnica e la sua efficacia, fa si che i risultati ottenuti, in seguito al trasferimento di embrioni vitrificati, siano del tutto sovrapponibili a quelli ottenibili con l’utilizzo di embrioni “a fresco”, vale a dire, in termini clinico-statistici, non si registrano differenze significative a livello di percentuale d’impianto, di corretto sviluppo embrionale e di nati a termine.

Guarda il video del Prof. Bilotta su Ovociti freschi o congelati

Vitrificazione, quali sono i Vantaggi?

Prima dell’avvento e della messa a punto della tecnica di vitrificazione, il trasferimento simultaneo di più embrioni “a fresco” risultava essere la strategia d’elezione. Oggi, invece, è possibile, massimizzare le percentuali di successo globali di un singolo ciclo di trattamento trasferendo un numero minore di embrioni “a fresco” (minimizzando così i rischi correlati all’insorgenza di gravidanze multiple) e crioconservando gli embrioni in eccesso.

Gli embrioni vitrificati potranno essere utilizzati in caso di esito negativo e, soprattutto, quando gli effetti negativi dei farmaci impiegati per la stimolazione ovarica saranno stati eliminati dall’organismo (solitamente, già dal ciclo successivo).

É noto, infatti, che i farmaci impiegati per la stimolazione ovarica possano interferire con la preparazione endometriale. Rendono così l’endometrio di un ciclo stimolato meno recettivo rispetto a quello di un ciclo naturale.

A conferma di ciò in Alma Res le percentuali di successo derivanti dall’utilizzo di embrioni sottoposti a vitrificazione sono superiori a quelle derivanti dal trasferimento di embrioni “a fresco”.

I nostri risultati, inoltre, testimoniano che le gravidanze ottenute da embrioni crioconservati, e trasferiti in un ciclo diverso da quello in cui è avvenuta la stimolazione ovarica, risultano essere clinicamente meno complesse. Questo rispetto a quelle ottenute da embrioni trasferiti “a fresco”.

I fastidi derivanti da sanguinamento risultano minimizzati e la crescita risulta essere più lineare e veloce ed i bambini mostrano un peso superiore di circa 200 grammi a parità di epoca gestazionale.

________________________________________________________________________________________

SCOPRI

Il nostro staff: CLICCA QUI

Le nostre storie: CLICCA QUI

Le tecniche di PMA: CLICCA QUI

Leggi anche

Esiste una dieta specifica per aumentare le possibilità di gravidanza?: CLICCA QUI

Fertilità: un pratico vademecum di 10 Consigli per tenerla sotto controllo: CLICCA QUI

Diagnosi di infertilità: gli esami da fare: CLICCA QUI

Ringiovanimento Ovarico: aspettative e realtà: CLICCA QUI

Rimani sempre aggiornato, seguici su